Le novità per l’Assegno Unico 2023

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto, dal prossimo gennaio e per i successivi tre anni, aumenti dell’Assegno Unico di circa il 50% a favore delle famiglie numerose (con tre o più figli) oltre a un aumento del 50% durante il primo anno di vita di un bambino.

Nella stessa legge è stato stabilizzato anche l’aumento dell’Assegno Unico a favore dei figli disabili, grazie all’assegnazione di risorse finanziarie pari a 610 milioni di euro.

Le novità per l’Assegno Unico

Come abbiamo letto, sentito o toccato con mano, in questo periodo c’è stato un aumento esponenziale dell’inflazione, dovuto alla particolare congiuntura economica del momento: per ovviare a queste difficoltà, soprattutto delle famiglie più numerose, sono stati previsti diversi aumenti dell’Assegno Unico.

La prima novità riguarda la maggiorazione del 50% sull’importo erogato nel primo anno di vita del bambino: per sostenere le spese che ogni famiglia deve affrontare a seguito della nascita di un figlio, la Legge di Bilancio ha stabilito di aumentare la base dell’assegno unico di ulteriori 87,50 €, partendo dalla base di partenza media dell’assegno unico che è costituita da 175 € mensili.

Lo stesso calcolo è stato effettuato per le famiglie numerose, alle quali verrà riconosciuto un incremento del 50% dalla nascita del figlio successivo al secondo, per un periodo di tre anni.

Assegno Unico a favore dei cittadini stranieri

I cittadini stranieri possono fare domanda per la concessione dell’Assegno Unico, a condizione che soddisfino i requisiti di permanenza sul territorio nazionale e siano titolari di un valido Permesso di soggiorno.

I Permessi di soggiorno che consentono l’accesso alla richiesta sono i seguenti:

Il possesso del Permesso di soggiorno, però, non è l’unico requisito richiesto dalla legge. È necessario, infatti, che ricorrano altre condizioni, quali:

  • Il cittadino straniero deve essere soggetto al pagamento delle tasse in Italia;
  • Il cittadino straniero deve essere residente o avere il domicilio in Italia da almeno due anni;
  • Anche se non risulti residente o domiciliato in Italia, possieda un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno sei mesi.

La domanda può essere presentata sul sito dell’Inps oppure a un Caf/Patronato.