La nuova disciplina del Permesso di soggiorno permanente UE

Dal 1° febbraio è stata promulgata la Legge n. 238/2021 che disciplina le disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza del nostro Paese all’Unione Europea. Essa riguarda principalmente un provvedimento che ha il fine di adeguare l’ordinamento nazionale a quello europeo e a facilitare la cancellazione di diverse procedure di infrazione indirizzate nei riguardi dell’Italia.

La legge europea, contestualmente alla cosiddetta “delegazione europea”, è un mezzo di adeguamento dell’ordinamento italiano a quello europeo che contiene norme di attuazione, al fine di garantire l’adeguamento dell’ordinamento nazionale, con particolare riguardo ai casi di non corretta ricezione della normativa europea.

La Legge 238/2021

La suddetta legge è formata da 48 articoli suddivisi in otto capi, ognuno pertinente a una differente materia:

  • Libera circolazione di persone, beni e servizi;
  • Libertà, sicurezza e giustizia;
  • Fiscalità e dogane;
  • Disposizioni su affari economici e monetari;
  • Sanità;
  • Tutela dei consumatori;
  • Energia;
  • Altre norme.

Permessi di soggiorno

Focalizziamo la nostra attenzione sulle norme relative ai titoli di soggiorno: l’art. 15 della Legge 238/2021 ha statuito che il Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo dispone il riconoscimento permanente del suddetto status: questo significa che il possesso di questo Permesso definisce la qualifica di soggiornante di lungo periodo con tutti i connessi diritti e decade esclusivamente con la revoca del titolo o con l’espulsione del cittadino straniero.

La Legge prevede esplicitamente che il Permesso di soggiorno UE di lungo periodo abbia una durata di dieci anni e si rinnovi automaticamente alla scadenza, a seguito della presentazione della relativa domanda alla Questura di competenza. Per i cittadini minorenni la validità del Permesso è stabilita in cinque anni.

Il Permesso UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da oltre dieci anni alla data del 1° febbraio 2022, non è considerato più valido come attestazione del soggiorno regolare nel nostro Paese.

La direttiva, infine, conferma che questa tipologia di Permesso è riconosciuta come documento di identificazione personale in base al DPR n. 445/2000.

Il rapporto tra l’ordinamento nazionale e il processo normativo dell’Unione Europea è quindi formato da due azioni differenti ma complementari tra loro: da un lato, la partecipazione del Parlamento italiano alle politiche e alle decisioni dell’UE e, dall’altro verso, l’attuazione della normativa europea nell’ordinamento interno italiano.