Green Pass obbligatorio per i lavoratori

Nella gerarchia dei diritti fondamentali costituzionalmente tutelati, il diritto al lavoro pare venga dopo il diritto alla salute. A questo proposito, il Governo italiano ha annunciato che i lavoratori sia pubblici che privati sono soggetti all’obbligo del Green Pass per poter accedere ai luoghi di lavoro.

Vaccino o tampone, questo è il dilemma

Questa imposizione entrerà in vigore il 15 ottobre e sarà valida fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. In questo periodo, ai lavoratori sarà richiesto di presentare la certificazione verde ottenuta sia a seguito di tampone negativo rapido (valido 48 ore) oppure molecolare (valido 72 ore) che aver ricevuto la prima dose, se fatto un vaccino che ne prevede due, da oltre 15 giorni.

Per coloro che scelgono di avere il Green Pass facendo i tamponi, non sarà possibile farli gratuitamente. Questo diritto spetta solo a coloro a cui non è consigliato sottoporsi al vaccino e sono forniti del certificato di esenzione alla somministrazione dello stesso.

Sanzioni e conseguenze

In assenza dell’esibizione della certificazione all’entrata del luogo di lavoro, scatta la sospensione del rapporto di lavoro, e quindi della retribuzione fino al momento del suo ottenimento.

Diverso per il lavoratore che viene sorpreso all’interno degli ambienti di lavoro. In questo caso è previsto una sanzione amministrativa dal 600 ai 1.500 euro.

L’obbligo di controllo ricade sul datore di lavoro che è tenuto a organizzare dei piani di controllo e nominare gli incaricati.

Come menzionato in precedenza, i lavoratori tenuti ad adempiere a questo obbligo sono sia quelli del settore pubblico che quelli del privato, che siano autonomi o dipendenti, collaboratori, volontari o stagisti.

Questo provvedimento mira, non solo a tutelare la salute dei lavoratori ma anche a incentivare la vaccinazione che sembra essere l’unica alternativa che possa aiutarci a ritornare alla tanta agognata normalità.