Decreto Flussi 2022: maggiori ingressi e nuove opportunità

In tempo di pandemia molti settori hanno risentito, e tuttora risentono, della mancanza di manodopera per le proprie attività, in particolar modo il settore agro-alimentare, ormai costituito quasi totalmente da lavoratori stranieri.

Proprio la Coldiretti, come maggiore rappresentante della categoria, ha convogliato tutte le forze in questo campo, per esercitare una pressione sull’Esecutivo di Governo affinché venisse anticipato e allargato, dal punto di vista numerico, il Decreto Flussi per l’anno prossimo.

Rispetto all’anno in corso, che ha previsto circa 30mila ingressi, il nuovo Decreto ha quasi triplicato le quote di cittadini non comunitari ammessi, portando il numero a circa 80mila lavoratori.

Che cosa è il Decreto Flussi?

Con questo Decreto il Governo italiano stabilisce, anno per anno, il numero massimo di cittadini Non-UE che possono entrare nel nostro Paese per motivi di lavoro subordinato, autonomo e stagionale. All’interno di questo numero, sono previste delle quote tutelate a favore dei cittadini dei Paesi che hanno accordi bilaterali con l’Italia (come ad esempio Serbia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto) o a favore di cittadini che hanno origini italiane e sono iscritti in appositi registri delle Ambasciate e dei Consolati nazionali all’estero.

Come si svolge la procedura di assunzione?

Il datore di lavoro, nei casi di lavoro subordinato o stagionale, sarà tenuto a presentare la richiesta del nulla-osta allo Sportello Unico per l’Immigrazione, il quale procede alla verifica della sussistenza dei requisiti previsti dalla Legge e, ottenuto un riscontro positivo, rilascia il documento di via libera, che verrà poi inoltrato all’Ambasciata o al Consolato italiano nel Paese del lavoratore straniero.

A quel punto, il datore è tenuto a inviare l’originale del nulla-osta al lavoratore, che dovrà presentarlo alle rappresentanze diplomatiche per richiedere il Visto di ingresso. Una volta giunto in Italia, il lavoratore straniero ha un limite di 8 giorni di tempo, per recarsi presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione, sia per la sottoscrizione del contratto che per la richiesta del Permesso di Soggiorno.

Come purtroppo si evince spesso dalla cronaca, i lavoratori rientranti nel Decreto Flussi, rappresentano una categoria poco tutelata sul tema della protezione sanitaria. È indubbio che sia necessario, oltre che doveroso per un Paese che si reputi civile, trovare una soluzione a questa problematica: un primo passo può essere quello delle soluzioni di Welfare, studiate appositamente per i cittadini stranieri che decidano di richiedere la residenza in Italia.