Accordo tra l’ANCE e le parti sociali per l’assunzione di migranti fragili

La mancanza di manodopera in determinati settori dell’economia rappresenta ormai un problema atavico del nostro Paese: infatti, mancano all’appello le risorse nel settore agro-alimentare, nel settore industriale e, infine, in quello edilizio.

In quest’ultimo campo la crisi di reclutamento di personale è apparsa drammatica soprattutto a seguito dell’adozione del super bonus 110% – un’agevolazione fiscale che consente la detrazione del 110% delle spese sostenute per interventi specifici inerenti all’efficienza energetica e al consolidamento statico degli edifici- e del Pnrr – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede un pacchetto di investimenti e riforme-.

In cosa consiste il Protocollo di intesa

L’accordo tra Governo, ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e i sindacati, ha visto la partecipazione all’elaborazione del documento anche dell’UNHCR e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Il Protocollo ha l’obiettivo dell’inserimento socio-lavorativo di almeno 3mila persone tra:

I soggetti selezionati saranno individuati tra i residenti nei Centri di Accoglienza Straordinaria e nel Sistema di Accoglienza e Integrazione e frequenteranno un percorso di formazione delle scuole edili alternando le lezioni pratiche con tirocini nelle imprese.

Le problematiche per gli stranieri nel mondo del lavoro

Da diversi anni il sistema-lavoro italiano nei confronti dei lavoratori stranieri presenta delle criticità sia esogene (basti pensare alla logica dell’emergenza che permea il tessuto della società nostrana in ogni campo e, in secondo luogo, alla propaganda di determinati partiti politici) che endogene ( quali il lentissimo ricambio generazionale nei posti di lavoro che, stante così le cose, secondo diversi economisti porterà alla perdita di forza lavoro e non sarà in grado di poter sostenere il proprio sistema di welfare, dal momento che il numero di lavoratori attivi non sarà sufficiente al pagamento delle tasse e dei contributi).

Un esempio di questa crisi di manodopera che investe l’Italia è rappresentato anche dal numero dei lavoratori stranieri ai quali è concesso di fare domanda tramite il Decreto Flussi: fino al 2020 il numero si attestava intorno alle 30mila unità, mentre negli ultimi due anni le opportunità di ingresso nel nostro Paese si sono quasi triplicate.