Scontri tra UE e Polonia: si va verso la Polexit?

Una sentenza della Corte Costituzionale polacca ha fatto tornare al centro del dibattito europeo la possibilità di un’uscita della Polonia dall’Unione, analoga alla Brexit.

Ma lo scenario in Polonia è totalmente diverso rispetto a quello inglese.

Il 6 e 7 ottobre più di 100mila persone sono scese in piazza nelle principali città del Paese per manifestare contro il governo dopo la sentenza che ha stabilito che la Costituzione prevale sulle leggi comunitarie. I sondaggi recenti confermano che oltre l’80% della popolazione è a favore dell’adesione all’Ue.

Il governo non ha nessuna intenzione di uscire dall’Unione Europea ma si dichiara non intenzionato a cedere ai “ricatti” di quest’ultima.

Il problema è che il governo polacco non sta più alle regole dell’Ue, in particolare non rispetta più i principi fondamentali dello stato di diritto.

La sentenza

ll 7 ottobre i giudici polacchi hanno stabilito che gli articoli 1 e 19 del TUE non sono compatibili con la Costituzione del Paese. Ogni sentenza o atto normativo dell’Unione dovrà essere conforme alla legge polacca, per essere applicato.

La necessità di sovranità e indipendenza della Polonia va letta alla luce del diverso percorso che la Polonia e tutti i paesi dell’est hanno intrapreso negli anni successivi alla Guerra, rispetto ai paesi dell’Europa occidentale.

E’ nata una diversa percezione dello stato di diritto ma perché ci sono stati decenni di storia diversi e anche una cultura politica parzialmente diversa.

La sentenza è stata l’ultima e la più provocatoria mossa di una lunga lotta sullo stato di diritto fra l’Unione Europea e la Polonia. Diventata un paese a guida semi-autoritaria dopo la vittoria alle elezioni del 2017 da parte del partito conservatore e di estrema destra, Diritto e Giustizia(PIS).

Perché non si può parlare di Polexit

La disputa tra governo di Varsavia e Bruxelles riguarda principalmente tre ambiti: la libertà, i diritti Lgbtq e la riforma del sistema giudiziario polacco.

Il governo polacco sta cercando di mettere le mani sull’organo giudiziario.

Ha abbassato l’età pensionabile dei giudici della Corte Suprema per mandare via i dissidenti.

Ha creato una sorta di regolamento per evitare che i giudici invochino le leggi europee per contrastare il governo.

Parliamo di un contesto di lotta verso Bruxelles ma anche all’interno delle Istituzioni polacche.

I tentativi da parte dell’Unione Europea per risolvere diplomaticamente la contesa sono ormai innumerevoli ma nessuno di questi ha portato ad una risoluzione del conflitto. Più di recente la Commissione Europea per indurre il governo polacco a fare dei passi indietro ha utilizzato lo strumento più forte a sua disposizione bloccando i fondi del Recovery Fund.

La Polonia è consapevole di essere il primo beneficiario del bilancio europeo e sa che rischia di perdere milioni di fondi se dovesse uscire dall’UE.

Le probabilità di una Polexit sono quindi vicine allo zero.

Non lo vogliono i cittadini né tanto meno il governo.