Residenza e domicilio in Italia: l’iscrizione anagrafica dei cittadini comunitari

Residenza e domicilio sono due figure giuridiche differenti tra loro, ma spesso vengono erroneamente accomunate. Infatti, la residenza è il luogo in cui un soggetto risiede abitualmente, mentre il domicilio corrisponde con il posto in cui un soggetto stabilisce la sede principale dei suoi interessi e affari. La legge italiana prevede che il domicilio possa non essere dichiarato, al contrario di quanto previsto per la residenza. Essa, infatti, rappresenta un cardine dell’ordinamento giuridico per quanto concerne le informazioni relative ad una persona fisica.

Indice

Che cosa è l’iscrizione anagrafica: differenze tra residenza e domicilio

L’iscrizione anagrafica consiste in un atto amministrativo che serve a registrare la residenza di una persona in un determinato Comune. L’iscrizione anagrafica è obbligatoria per tutti i cittadini, sia italiani che comunitari, che soggiornano in Italia per un periodo superiore a tre mesi. Per il domicilio, invece, non sono richiesti adempimenti burocratici.

I cittadini dell’Unione Europea hanno, pertanto, gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani, anche in materia di iscrizione anagrafica.

Requisiti per l’iscrizione anagrafica dei cittadini comunitari

I cittadini UE possono richiedere l’iscrizione anagrafica in Italia qualora possiedano i seguenti requisiti:

  • documento di identità valido per l’espatrio rilasciato dal loro Paese di origine;
  • disponibilità di un alloggio in Italia, che può essere di proprietà, in affitto o in comodato d’uso;
  • possesso di un titolo di soggiorno valido, se necessario (familiari di cittadini UE).

Richiesta di iscrizione anagrafica al Comune

La richiesta di iscrizione anagrafica dei cittadini UE può essere presentata all’ufficio anagrafe del Comune di residenza. Nella domanda è necessario includere:

  • il certificato di nascita;
  • il modulo, debitamente compilato, per richiedere l’iscrizione anagrafica. Questo si può trovare all’ufficio anagrafe o scaricare dal sito web del Comune;
  • un documento di identità valido per l’espatrio del cittadino UE;
  • una copia del titolo di soggiorno, se necessario (per i familiari di cittadini UE);
  • una copia del contratto di affitto o di comodato d’uso dell’abitazione;
  • un’assicurazione sanitaria a copertura dei rischi sanitari sul territorio italiano.

Casi specifici di richiesta anagrafica

Ovviamente, per ogni motivazione di soggiorno in Italia, devono essere presentati al Comune dei documenti aggiuntivi per ciascuna casistica:

Cittadino UE che si trasferisce in Italia con la famiglia. Il cittadino UE deve presentare la domanda al Comune per sé stesso e per i familiari si trasferiscono in Italia;

  • Cittadino UE che si trasferisce in Italia per lavoro. Il cittadino UE deve presentare la domanda al Comune di residenza. Il datore di lavoro può rilasciare una dichiarazione che attesti la residenza del lavoratore;
  • Cittadino UE che si trasferisce in Italia per studio. Il cittadino UE deve presentare la domanda al Comune di residenza. La scuola frequentata o l’Università possono rilasciare una dichiarazione relativa alla residenza dello studente.

Conclusioni

La residenza e il domicilio, come abbiamo visto, sono due concetti giuridici differenti tra loro, trattati anche diversamente dalla stessa legislazione italiana. Di conseguenza, la residenza e il domicilio afferiscono anche alla situazione dei cittadini dell’UE nel nostro Paese: per soggiorni inferiori ai 90 giorni, possono eleggere un domicilio in Italia. Per i soggiorni, invece, superiori ai 90 giorni, hanno l’obbligo di richiedere la residenza presso il Comune nel quale soggiornano.

Ulteriore differenza tra residenza e domicilio è la possibilità, una volta ricevuta l’iscrizione anagrafica, di sottoscrivere il Servizio Sanitario Nazionale.