Il cambiamento climatico e le strategie per contrastarlo

Da anni constatiamo l’aumento della preoccupazione riguardo al cambiamento climatico. Questo tema importante viene trascurato dal singolo e interessa poco alle grandi aziende che misurano la bontà del proprio operato in base all’utile che non tiene conto di niente, neanche dell’impatto ambientale.

Presa di coscienza

Non possiamo però, mettere la testa sotto la sabbia e pretendere che il problema non ci sia solo perché non lo vogliamo vedere. A questo proposito sono stati presi provvedimenti a livello globale e il 12 novembre del 2015 è stato firmato l’accordo di Parigi.

Il suo obiettivo è limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2, preferibilmente a 1,5 gradi Celsius, rispetto ai livelli preindustriali.

L’accordo di Parigi è una pietra miliare nel processo sul cambiamento climatico perché, per la prima volta, un accordo riunisce tutte le nazioni in una causa comune per intraprendere sforzi per combattere il cambiamento climatico e adattarsi ai suoi effetti.

A novembre si terrà la Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP 26) per la quale i paesi aderenti sono tenuti a redigere e presentare un piano d’azione in termini di strategie per la riduzione di emissioni di CO2 e le azioni che intraprenderanno per adattarsi agli impatti delle temperature in aumento.

Ripartizione dei compiti

Dato che lo status quo, a livello di stabilità economica, dei paesi partecipanti non è identico e anche l’emissione di CO2 in valore assoluto e per PIL è eterogenea, lo sforzo atteso da ognuno è differente.

L’accordo di Parigi ribadisce che i paesi sviluppati dovrebbero assumere un ruolo guida nel fornire assistenza finanziaria ai Paesi meno abbienti e più vulnerabili.

Non tutti i paesi in via di sviluppo hanno capacità sufficienti per affrontare molte delle sfide poste dal cambiamento climatico. Di conseguenza, l’accordo di Parigi pone grande enfasi sullo sviluppo delle capacità legate al clima per i paesi in via di sviluppo e richiede a tutti i paesi sviluppati di rafforzare il sostegno per l’accrescimento delle capacità nei paesi in via di sviluppo.

Nel nostro piccolo tutti contribuiamo, con le nostre cattive abitudini, all’inquinamento e di conseguenza al cambiamento climatico. Alcuni hanno preso coscienza di questo fatto e a questo proposito sono nate molte strutture turistiche Eco-Friendly in tutta Italia.

Stiamo già vedendo gli effetti delle cattive decisioni prese in passato, non possiamo negarlo. Il tempo stringe e le strategie per la mitigazione dei danni necessitano di tempo e denaro, è doveroso prenderne coscienza e agire di conseguenza. “Chi ben comincia, è a metà dell’opera”